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Antichità italiane

 

Il pianista Matteo Andri rende omaggio al semestre di Presidenza Bulgaro con i brani dei migliori compositori italiani, nell’ambito del ciclo di concerti “La musica d’Europa”.

Programma:

Alessandro Scarlatti 29 Partite sopra l’aria della Folia

Matteo Andri 12 Variazioni sul tema de la “Folia” di Spagna

Alfredo Casella Variation sur une Chaconne

Toccata op. 6

Nino Rota 15 Preludi

Johann Sebastian Bach – Ferruccio Busoni Ciaccona

 

Presentazione

Il programma “Antichità Italiane” contiene brani dal Settecento ai giorni nostri. La prima parte del concerto si concentra sull’antica danza della “Follia”. Il materiale musicale è facilmente orecchiabile e regolarmente strutturato, per cui moltissimi compositori ne hanno tratto fonte di ispirazione per scrivere delle serie di variazioni, da Domenico e Alessandro Scarlatti a Rachmaninov, da Vivaldi a Liszt, da Corelli a Ponce. Le 29 Partite di Scarlatti (una parte di una più estesa composizione denominata “Toccata in re minore”) sono un mirabile esempio di fantasia compositiva, dove nella brevità di ciascuna variazione l’autore riesce a delineare un preciso effetto coloristico senza mai perdere la struttura generale e conducendo l’ascoltatore in un percorso sempre lineare e comprensibile. La follia intesa come “pazzia” invece è una delle idee che stanno alla base delle 12 Variazioni di Matteo Andri, una composizione del 2014-15, in cui l’accostamento di sezioni totalmente diverse e contrastanti non danno nessun riferimento all’ascoltatore, portandolo anche al confronto di stili compositivi differenti che vanno dal new-age al minimal, da un contrappunto severo ad una scrittura più effettistica. Il concerto si chiude con due lavori giovanili di Alfredo Casella: Le Variazioni su una Ciaccona (ecco il tema della Follia che ritorna) sono state scritte nel 1903 a vent’anni ed esplorano in dieci variazioni e un finale diverse tecniche pianistiche da tardo ottocento ma con soluzioni armoniche più innovative che poi diventeranno proprie del suo stile, terminando con un’interessante fuga. Lo stesso dicasi della Toccata op. 6 (1904), un’opera in cui il pianista volteggia continuamente su e giù per la tastiera in maniera roboante e vistosamente scenica. La seconda parte vede i 15 Preludi di Nino Rota, noto soprattutto per le colonne sonore dei film di Fellini (8½, La strada, La dolce vita…) ma anche per le importanti collaborazioni con De Filippo, Visconti, Monicelli, Zeffirelli e altri. Il lavoro è del 1964 e riprende la forma del “preludio” plasmandola in una collana di brevi composizioni sempre nettamente caratterizzate come dei personaggi usciti da film o dal teatro. Chiude la prima parte la famosissima Ciaccona BWV 1004 di Bach, tratta dalla Seconda Partita per violino solo e trascritta per pianoforte da Ferruccio Busoni. Questo “trattamento” nel passaggio dal violino al pianoforte non era visto da Busoni come una forzatura, in virtù di due “verità” apprese proprio dalla lezione di Bach-trascrittore: “che una musica buona, grande, ‘universale’, resta la stessa qualunque sia il mezzo attraverso cui si faccia sentire”; “che mezzi diversi hanno un linguaggio diverso (loro peculiare) col quale comunicano questa musica in modo sempre un po’ differente”. Busoni di fatto si è reso co-creatore di Bach: trattando “l’effetto sonoro in senso organistico”, e ha adattato in modo stupefacente quella musica alle possibilità espressive del
moderno pianoforte, inventando una sonorità paraorganistica di enorme importanza in campo pianistico. Per far questo ha corredato lo spartito di minuziose indicazioni dinamiche ed espressive e ha sfruttato la tastiera letteralmente da capo a fondo.

  • Organizzato da: Istituto Italiano di Cultura di Sofia